Bce contro Germania: cronaca dell’ennesimo scontro annunciato
Nuova puntata degli eterni scontri tra la Banca Centrale Europea e la Germania. Protagonisti del nuovo tassello in un mosaico estremamente complesso sono Mario Draghi da una parte, e il ministro delle finanze tedesco Wolfgang Schaeuble, i quali – indirettamente – si rivolgono attenzioni non proprio lineare sul fronte del piano di acquisto di titoli cartolarizzati che l’istituto monetario di Draghi vorrebbe avviare al fine di conferire il giusto stimolo alla depressa economica e finanzia del vecchio Continente.
Un’idea che non piace alla Germania, tanto che il ministro delle finanze Wolfgang Schaeuble non le manda a dire: “Non sono particolarmente contento dell’acquisto dei titoli cartolarizzati da parte della Bce” – ha affermato Schaeuble durante un’intervento al Bundestag, precisando che una simile azione potrebbe generare conflitti di interessi tra le attività dell’istituzione, che dal mese di novembre assumerà anche il ruolo di autorità di vigilanza centrale sulle banche europee. Per il ministro tedesco, invece, occorrerebbe agire con maggiore prudenza, anche “per evitare conflitti di interesse o parvenze di conflitti di interesse” tra la politica monetaria e la vigilanza, che Schaeuble auspica possano essere regolarmente separate.
“Avvertimenti” a parte, Draghi sembra voler andare per la sua strada. La sua ipotesi – ricordava in un approfondimento il quotidiano Il Sole 24 Ore – “è di acquistare già da ottobre titoli cartolarizzati emessi da veicoli finanziari delle banche garantiti da mutui o da prestiti alle imprese. L’obiettivo è di liberare in questo modo i bilanci bancari per rilanciare il credito con una cifra stimata in 350 miliardi di nuovi acquisti”. Ma di che numeri si parla? Complessivamente, tra prestiti a quattro anni a tasso zero (o quasi) e acquisti di Abs, l’impegno della Bce nei confronti dell’area euro dovrebbe aumentare a quota 3 mila miliardi di euro.
Sempre secondo quanto sosteneva il quotidiano economico finanziario, il vero bersaglio del ministro tedesco dovrebbe essere il quantitative easing, ultima freccia nella faretra della Bce. “Sia il presidente della Bundesbank Jens Weidmann che il governo tedesco non hanno mai nascosto di essere contrari a un progetto che a loro avviso configura un finanziamento dei bilanci nazionali e dunque vìola il mandato della Bce. Draghi invece non ha mai escluso la possibilità del ricorso al «Qe» se la situazione lo dovesse richiedere. All’ultima riunione del board, quando la Bce ha tagliato il costo del denaro allo 0,05% e preannunciato il piano di acquisto di Abs, Weidmann ha votato contro”. Insomma, la guerra sembra essere appena cominciata…