Esito elezioni mid-term spinge Borse europee in rialzo
L’esito delle elezioni di mid-term negli Stati Uniti sembra aver conferito una ventata di rinnovato ottimismo alle Borse internazionali, sebbene sia certamente ingenerose attribuire al solo evento politico di metà mandato a stelle e strisce il successo della giornata odierna sulle piazze finanziarie di mezzo mondo.
Quel che è certo è invece il fatto che ieri gli investitori americani (e non solo quelli) sono rimasti pressochè stabili in attesa dell’esito delle elezioni di mid-term che, ricordiamo, hanno visto uscire vittoriosi gli schieramenti repubblicani, oggi in grado di vantare la maggioranza sia alla Camera che al Senato.
Di contro, gli addetti ai lavori sembrano essere sempre più preoccupati dai dissensi interni alla Bce: secondo l’agenzia di stampa Reuters, ad esempio, alcuni banchieri centrali avrebbero criticato – e non troppo nascostamente – lo stile riservato nella comunicazione del presidente Mario Draghi, avendo inoltre in mente di sollevare la questione all’imminente cena dei governatori centrali (in programma tra pochi minuti).
Se quanto sopra può costituire un reale incipit, quel che sembra vero è che l’irritazione tra i banchieri nazionali corre il rischio di compromettere la possibilità di un’azione di politica monetaria più forte, incisiva e omogenea nel corso dei prossimi mesi, allontanando quindi l’ipotesi di quantitative easing che sembra essere quella maggiormente auspicata in termini rivoluzionari.
Come se quanto appena affermato non fosse sufficiente, si ricorda come l’Eurozona abbia visto le proprie stime di crescita ridotte da parte della Commissione Europea. Ne è seguito un duro botta e risposta tra il presidente del Consiglio Matteo Renzi e il numero 1 della Commissione Ue, Jean Claude Juncker. Il nuovo presidente dell’istituzione europea avrebbe inviato al presidente del Consiglio dei Ministri di rispettare le autorità di Bruxelles, evitando di definirlo “banda di burocrati”, ma ricordando che si tratta di un’istituzione legittima come i governi dei singoli Stati membri.
In tale complesso contesto, Piazza Affari chiude positivamente con un rialzo del 2,6%. Milano fa quindi meglio di Londra, Francoforte e Parigi, che chiudono sotto quota 2%.