Investimenti bancari, ecco quali sono andati peggio
Investire nelle banche italiane? Potrebbe essere un’idea, considerato che da inizio anno ad oggi la capitalizzazione di mercato di molti istituti di credito tricolori si è praticamente dimezzata, e considerando anche che molte delle determinanti che hanno pesantemente influenzato l’andamento negativo delle quotazioni andranno a scemare con il passare dei mesi.
Per quanto concerne le prestazioni peggiori, tra le variazioni più negative da inizio anno c’è il Banco Popolare, con una flessione del 62,03% da inizio anno, e quotazione di 4,86 euro. Male anche il Monte dei Paschi di Siena, con variazione negativa del 61,81% a 0,47 euro. Contrazioni superiori al 50% anche per Ubi Banca (- 50,71% a 3,06 euro) e Credito Valtellinese (- 50,5% a 0,54 euro).
Ulteriormente pesanti sono le contrazioni riscontrate in Unicredit (- 40,21% a 3,07 euro) e Banca Popolare dell’Emilia Romagna (- 38,95% a 4,30 euro), Banca Popolare di Milano (- 38,27% a 0,57 euro), Mediobanca (- 28,98% a 6,31 euro), Banca Popolare di Sondrio (- 28,13% a 2,98 euro) e Intesa Sanpaolo (- 25,71% a 2,29 euro).
E in ambito europeo? Le cose non vanno poi tanto bene, anche se le contrazioni sono generalmente più limitate. Tra le peggiori troviamo comunque CS Group (- 40,06% a 13 franchi svizzeri), Deutsche Bank (- 37,89% a 13,99 euro), Barclays (- 31,16% a 150,7 pence), Societe Generale (- 27,81% a 30,89 euro), Ubs (- 25,31% a 14,58 franchi svizzeri), Commerzbank (- 21,72% a 7,49 euro), Bnp Paribas (- 20,26% a 41,94 euro), Bbv Argenaria (- 19,77% a 5,41 euro), Banco Santander (- 19,64% a 3,66 euro) e Credit Agricole (- 16,47% a 9,10 euro).