Dollaro, deludono i dati del Pil USA
Il calo post-FOMC del dollaro è proseguito sui dati di Pil USA del 1° trimestre, che hanno deluso mostrando un rallentamento più ampio delle attese, a 0,5 per cento t/t annualizzato dall’1,4 per cento del 4° trimestre. Le attese della maggior parte degli analisti erano invece intorno allo 0,7 per cento t/t annualizzato. Dunque, una brutta sorpresa che non ha mancato di generare qualche perplessità negli osservatori, anche in relazione a quello che accadrà a giugno.
Archiviata la sessione di aprile del FOMC, infatti, con i tassi di interesse di riferimento che sono stati lasciati invariati rispetto alla precedente soglia, l’attenzione è ora concentrata tutta sul mese di giugno, quando molti analisti erano pronti a scommettere su una ripresa dei tassi di interesse di riferimento da parte della Federal Reserve.
Ebbene, la pubblicazione di dati macro sul Pil Usa più negativi del previsto fa certamente iniziare male il percorso che dovrebbe condurre alla scelta del FOMC. Insomma, anche se siamo ai primi di maggio, si sta già parzialmente allontanando la possibilità che a giugno possa esserci un rialzo dei tassi (e si fanno sempre più insistenti le voci, ancora minoritarie, di chi ritiene che per l’intero 2016 non ci saranno rialzi).
Ad ogni modo, il movimento di venerdì ha portato il biglietto verde su nuovi minimi, abbandonati ad agosto dell’anno scorso: ai livelli correnti il 70% dell’apprezzamento dell’anno scorso è già stato cancellato.
La Federal Reserve ha comunque sottolineato che in questa fase la forza del mercato del lavoro è più importante della debolezza della crescita, per cui la prossima settimana cruciale sarà l’employment report. Se questo sarà positivo il dollaro potrebbe iniziare a risalire: si tratterebbe comunque di una rimonta solo parziale.