Nuove flessioni per la lira turca
L’allarme sicurezza da una parte (e i recenti attentati non hanno certamente svolto un ruolo positivo in tal senso) e i dati sull’inflazione dall’altra parte (sono risultati essere ben superiori al previsto) negli ultimi giorni hanno rappresentato un micidiale mix in grado di far precipitare la lira turca verso nuovi minimi storici.
Da quanto sopra ne è infatti derivato che la lira turca ha toccato quota 3,60 nei confronti del dollaro statunitense, per un livello che finora non era mai stato raggiunto. Come intuibile, anche in questa sede ricordiamo come la flessione della valuta di Ankara nei confronti del biglietto verde sia principalmente legata all’attentato terroristico accaduto a Istanbul nella notte di Capodanno e non solo, destinato a pesare sul turismo, settore vitale per il paese, e all’impennata dei prezzi al consumo, cresciuti dell’8,5 per cento nel solo mese di dicembre.
Complessivamente, si noti come la contrazione della forza della valuta turca sia di più ampio respiro. Nel secondo semestre del 2016 la valuta nazionale ha infatti perso quasi un quarto del suo valore contro il dollaro, rendendo sempre più probabile che la banca centrale turca, in occasione del direttivo del 24 gennaio, si trovi costretta ad alzare nuovamente i tassi di interesse, attualmente nella misura pari all’8 per cento.
Intuibilmente, un costo del denaro così elevato potrebbe essere utile a scongiurare la crisi valutaria ma, di contro, potrebbe frenare gli investimenti determinando pericolosi effetti recessivi. Intanto, l’inflazione aumenta più del previsto in dicembre, spinta dall’incremento dei prezzi delle bevande alcoliche e del tabacco: l’indice dei prezzi al consumo è così salito all’8,53 per cento rispetto a un anno prima…