Come funziona il recupero crediti?
Sei un libero professionista che fatica a ottenere il pagamento dai propri clienti? Oppure hai un’azienda, piccola o grande che sia, alle prese con problemi di liquidità causati dalle insolvenze di acquirenti? In questi casi, è utile che tu conosca tutte le procedure messe a disposizione dalla legge e in particolare dal codice civile per rientrare in possesso di quanto spetta. Non è detto ci sia bisogno di grandi spese legali, o di lunghe trafile burocratiche, per far valere i propri diritti.
In Italia è tutt’altro che infrequente che un credito si riveli più difficile del previsto da riscuotere. Nei casi migliori, un mancato pagamento è frutto di una semplice dimenticanza, o di un passeggero momento di difficoltà economica del creditore.
Nel primo caso, meglio inviare un sollecito, possibilmente per iscritto, tramite raccomandata con ricevuta di ritorno, ricordando al debitore di onorare gli impegni. Se quest’ultimo fosse in difficoltà e chiedesse più tempo, dimostrando comunque buonafede e attitudine collaborativa, è consigliabile concordare un piano di rientro del debito, spalmandolo nel tempo in rate a scadenza regolare.
Se tutti i tentativi si rivelassero inutili, la pratica di recupero crediti come funziona?
A questo punto, la situazione si fa più delicata ed è meglio rivolgersi a una società specializzata nel recupero. Prima di affidare il mandato è buona cosa accertarsi circa la professionalità e l’esperienza della società scelta, per scongiurare illeciti o violazioni della privacy del debitore.
Questa, mettendo in campo i mediatori, proverà a risolvere la situazione in via stragiudiziale, cioè amichevole e bonaria, scongiurando le vie legali. Vie legali che invece diventano inevitabili quando il debitore ignora i solleciti e continua a non pagare, dimostrandosi poco collaborativo e poco interessato.
In questo caso bisogna inviare una lettera di messa in mora, che vale sia come sollecito, sia come prova per interrompere una eventuale prescrizione. Nella lettera andranno menzionati con precisione la natura e l’importo del credito/debito, indicando un termine temporale superato il quale si intraprenderanno le vie legali vere e proprie, davanti al Giudice di Pace o al Tribunale competente.
La fase giudiziale, durante la quale si dovranno produrre atti, documenti o fatture utili a provare l’esistenza e l’entità del credito, proseguirà con ricorso per decreto ingiuntivo; una volta emesso dal giudice, il debitore, per scongiurare il pignoramento – anche forzato – dei propri beni, dovrà pagare o presentare valida opposizione entro 40 giorni. In caso di opposizione, inizierà una causa per accertare il diritto di credito. La sentenza metterà definitivamente il punto finale alla questione.