Come valutare l’efficienza di un ETF
Come puoi valutare l’efficienza di un ETF? Di seguito abbiamo individuato 4 elementi che ti consigliamo di considerare, al fine di capire se un ETF sia o meno buono!
Iniziamo dalle spese. Nel caso degli ETF, il principale “input” di valutazione dell’efficacia è il rapporto tra le spese del fondo e la qualità con cui esercita il proprio lavoro. Poiché il “lavoro” della maggior parte degli ETF è quello di monitorare un indice o un paniere, possiamo valutare l’efficienza dell’ETF pesando il tasso di commissione addebitato dal fondo sul modo in cui “tiene traccia” o replica l’andamento del suo indice.
Un secondo criterio è quello della differenza tra le prestazioni dell’ETF e quelle dell’indice cui fa riferimento: quando l’indice è aumentato, l’ETF è aumentato dello stesso importo? Cercate dunque di analizzare l’eventuale ritardo dell’ETF rispetto al suo benchmark, in media, su un periodo di un anno.
Altro elemento di valutazione è quello fiscale. Gli investitori si rivolgono agli ETF anche per motivi fiscali e, per la loro stessa struttura, gli ETF sono costruiti proprio per essere efficienti sotto il profilo fiscale e, come tali, dovrebbero essere valutati anche sulla loro efficienza in questo ambito. Consideriamo ad esempio il tasso di distribuzione delle plusvalenze: questo può essere misurato prendendo le plusvalenze medie pagate agli azionisti in un periodo recente diviso per NAV del momento. Valori più bassi sono migliori, in quanto massimizzano l’efficienza fiscale. Puoi anche considerare il trattamento fiscale generale del fondo stesso: gli ETF azionari sono intrinsecamente più efficienti sotto il profilo fiscale per i detentori di titoli a lungo termine rispetto ai fondi monetari, ad esempio.
Infine, valuta anche il rischio. Quanto è probabile che l’ETF possa chiudere? Quali sono i valori di CDS?
