Cos’è il tasso di cambio internazionale

Un tasso di cambio internazionale, noto anche come tasso di cambio estero (FX), è il prezzo della valuta di un Paese in termini di valuta di un altro Paese. I tassi di cambio sono relativi e sono espressi come il valore di una valuta rispetto ad un’altra. Quando si vendono prodotti a livello internazionale, il tasso di cambio per le valute dei due Paesi commerciali è un fattore estremamente importante: i tassi di cambio, infatti, sono uno dei più importanti determinanti di un livello relativo di salute economica di un Paese, classificandosi subito dopo i tassi di interesse applicati nella stessa area, e l’inflazione.

I tassi di cambio svolgono un ruolo vitale nel livello degli scambi commerciali di un Paese, critico per la maggior parte di ogni economia di libero mercato nel mondo. Di conseguenza, i tassi di cambio sono tra le misure economiche più osservate, analizzate e manipolate.

Non sempre è però stato così. Prima del 1971, infatti, i tassi di cambio erano fissati da un accordo tra le banche centrali mondiali chiamato Bretton Woods Accord. Questo accordo fu stipulato dopo la seconda guerra mondiale: all’epoca il mondo era in crisi e l’accordo di Bretton Woods fu stabilito per contribuire a stabilizzare la situazione volatile ancorando il dollaro statunitense all’oro e tutte le altre valute del mondo al dollaro statunitense. Nel 1971 fu formulato un nuovo accordo per sostituire l’accordo di Bretton Woods, ma di breve durata.

Nel 1973 le valute mondiali cominciarono ad essere valutate e scambiate sulla base di un sistema a fluttuazione libera, un sistema ancora in vigore tutt’oggi. Il sistema free-float è un sistema predefinito di negoziazione di valuta che funziona sulla base dell’offerta e della domanda di valute, esattamente (o quasi) come in ogni altro mercato. Non ci sono dunque limiti a quanto le valute possono apprezzare o deprezzarsi in valore misurato rispetto ad altre valute. Poiché questo può causare volatilità, le banche centrali e i governi hanno cercato di regolare i valori delle loro valute, ma è diventata una prassi sempre più costosa e sempre meno sostenibile nel lungo termine. Sebbene non sia più uno standard ufficiale, il dollaro statunitense rimane la valuta di riferimento.

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