Effetto Draghi su Borse e spread: quanto durerà?
L’effetto Draghi porta una ventata d’aria fresca sulle principali Borse europee, con Piazza Affari che ha chiuso la settimana con il giusto ottimismo per iniziare con il piede giusto la sessione di negoziazione successiva, puntando dritto all’obiettivo (più psicologico che altro) dei 23 mila punti del suo FTSE MIB, soglia che manca da oramai quattro anni. Ma siamo certi che l’euforia possa durare ancora a lungo?
A ben vedere, la settimana che si sta per aprire si preannuncia tutt’altro che semplice. A nuocere al prosieguo della ripresa potrebbe essere innanzitutto il complesso contesto politico internazionale: se la crisi tra Russia e Ucraina può ricondursi su contorni meno drammatici di quanto si potesse immaginare, è pur vero che a interessare gli investitori è ciò che accadrà nei prossimi giorni all’interno dell’eurozona.
Per mercoledì, a Berlino, è ad esempio previsto l’incontro tra il numero 1 della Banca Centrale Europea, Mario Draghi, e il cancelliere tedesco, Angela Merkel: un incontro dal dubbio esito, visto e considerato che il cancelliere non ha ancora commentato le mosse dell’Eurotower dopo il taglio dei tassi di interesse di riferimento per le operazioni di rifinanziamento (ora allo 0,15%) e per i depositi (ora in negativo, allo – 0,1%).
L’impressione è che la Merkel non abbia totalmente gradito le decisioni della Banca Centrale Europea, e che le dichiarazioni del presidente della Bundesbank, Jens Weidmann, siano anticipatorie di quelle del cancelliere: “Se il tasso d’inflazione resta troppo basso troppo a lungo, si rischia uno sviluppo che blocca l’economia”.
Ad ogni modo, è ben più probabile che il cancelliere tedesco voglia semplicemente comprendere che cosa intende, Draghi, con il suo “Non è finita qui”. Il timore della Merkel è insomma quello che una strategia di quantitative easing possa aiutare Paesi ad elevato debito sovrano come l’Italia, che potrebbero quindi abbassare l’attenzione sulla necessità di un consolidamento dei conti.
Per quanto infine concerne le valutazioni dell’agenzia di rating, dopo aver digerito le delusioni di quelle di Standard & Poor’s, si attende il giudizio di Moody’s.
Photo by Soumit (Flickr)