Euro, BCE tra misure passate e future
Il pacchetto che la BCE ha annunciato lo scorso mese di marzo ha avuto come effetto quello di potenziare in modo significativo le misure di politica monetaria non convenzionali. Nei fatti, l’aumento del target mensile di acquisto di 20 miliardi al mese per 12 mesi lascia la dimensione del programma APP a 1790 miliardi euro dai 1140 annunciati inizialmente a gennaio 2015 (1198 se si includono gli acquisti CBPP3 e ABSP).
Ricordiamo che a dicembre la BCE aveva già esteso gli acquisti nell’ambito dell’APP per sei mesi per un valore nominale di 360 miliardi di euro. A questi vanno inoltre aggiunti i 320 miliardi da fine 2016 che dovrebbero derivare dalla politica di reinvestimento dei titoli in scadenza, annunciata sempre a dicembre. Le nuove operazioni di rifinanziamento a quattro anni, ricordano gli analisti ISP, di cui la prima partirà a giugno e l’ultima a marzo 2017, potrebbero determinare un’ulteriore espansione dell’attivo BCE per 1480 miliardi di euro, se le banche dovessero utilizzare tutto il plafond consentito. Molto probabilmente però la richiesta di fondi si fermerà sotto il trilione di euro. Ricordiamo che con le LTRO di dicembre 2011 e febbraio 2012, le banche, in un momento più problematico per la raccolta, presero a prestito 1000 miliardi di euro.
Complessivamente, le misure che sono state annunciate tra dicembre 2014 e marzo 2016 potrebbero generare un’espansione del bilancio BCE di quasi 3600 miliardi. Il bilancio della Banca centrale salirebbe al 45% del PIL, dal 20,8% dell’ottobre 2014. Rimangono invece aperti i margini di aleatorietà sulle prossime misure, ben sapendo che gli stessi margini sono tuttavia più ristretti rispetto a quanto non apparisse fino a qualche mese fa.