Germania, i migranti “spingono” il Pil al rialzo
Nel corso del 2016 si è rafforzata la ripresa dell’economia tedesca, tanto che nell’anno recentemente concluso il Pil è cresciuto dell’1,9 per cento, ovvero per il ritmo più alto dal 2011 a questa parte, e circa mezzo punto percentuale sopra la media degli ultimi dieci anni. Nel 2015, invece, la crescita economica era stata pari all’1,7 per cento.
Per quanto concerne le principali determinanti di questa buona spinta, il quotidiano economico finanziario Il Sole 24 Ore ricordava come l’ottimo andamento fosse soprattutto il risultato della forza della domanda interna, che è stata trainata dai consumi delle famiglie (+2 per cento), ma soprattutto del settore pubblico (+4,2 per cento), proprio per effetto della spesa per l’accoglienza ai rifugiati di cui si è detto in titolo. Positivo è comunque anche l’impulso delle costruzioni (+3,1 per cento), mentre è stato negativo l’apporto del commercio estero (-0,1 per cento), con un aumento dell’export del 2,5 per cento e dell’import del 3,4 per cento.
Sebbene l’ufficio di statistica di Berlino non abbia ancora diramato il valore per l’intero quarto trimestre, gli analisti ritengono che la crescita economica nel periodo in esame sia stata probabilmente il doppio che nel terzo trimestre, quando invece – di contro – l’economia tedesca aveva accusato un rallentamento temporaneo, come previsto peraltro dalla Bundesbank, l’istituto banchiere monetario tedesco. I recenti sondaggi fra le imprese e gli ordini all’industria e quelli di macchinari pubblicati questa settimana dall’associazione di categoria Vdma – concludeva poi il quotidiano – sostengono che lo sviluppo economico dovrebbe continuare nei prossimi mesi con buoni tassi di crescita, anche se non mancano gli economisti che ritengono che il trend possa indebolirsi nel corso del 2017 per effetto di una frenata di consumi dovuta alla recupero dell’inflazione.