Investimenti nelle banche sempre più sicuri (Fmi)
Secondo quanto afferma il Fmi, gli investimenti negli istituti di credito sarebbero sempre più sicuri. Il merito è delle stesse protagoniste del sistema creditizio che, secondo quanto affermato da Andrea Maechler, vice capo della divisione mercati monetari e dei capitali del Fmi, hanno compiuto passi in avanti importanti anche nel nostro Paese.
“Le banche italiane hanno effettivamente rafforzato i bilanci, e siamo in attesa dei
risultati delle valutazioni complessive della Bce. Chiaro che devono affrontare dei venti contrari, come la scarsa domanda. Al tempo stesso il livello delle sofferenze è ancora alto. Solo nell’area euro, ci sono 800 miliardi di sofferenze ancora da assorbire” – ha precisato Maechler, rispondendo a una domanda specifica sulla siutazione italiana nel corso della presentazione del Rapporto annuale sulla stabilità finanziaria.
Simile opinione è stata espressa da José Vinals, che guida un dipartimento del Fmi, il quale ha sostenuto che le banche oggi sono molto più sicure che in passato, sebbene “molte non sono ancora in grado di sostenere la ripresa fornendo il credito necessario“. Intanto, prosegue Vinals, “nel mondo c’è squilibrio tra una insufficiente assunzione di rischi su consumi, investimenti, e sostegno alla crescita, mentre crescono gli eccessi nei rischi finanziari che possono minare la stabilità in futuro”.
Secondo quanto ricordato da Vinals, su un campione globale di 300 banche, “sono il 70% fra le banche dell’Eurozona gli istituti non in grado di sostenere la ripresa“. Se le banche hanno quindi capitali e liquidità molto più consistenti che in passato, e il quadro regolamentare è molto più solido, la nuova sfida per il capo dipartimento Fmi è quindi quello di adattare i modelli di business all’economia del dopo crisi e al nuovo quadro normativo.
Per Vinals, quanto sopra significa una combinazione di nuove valutazioni dei business esistenti, la riallocazione del capitale fra le varie attività, il rientro da altre, il consolidamento tramite M&A. Per Vitor Gaspar, infine, che guida l’ufficio affari fiscali del Fmi, in Italia “la situazione politica è molto condizionata da un debito pubblico molto elevato”.