Mercati finanziari, ecco come si è chiuso il 2016

Con molti dei principali mercati finanziari chiusi per festività tra cui quello negli Stati Uniti, a Londra e nelle piazze asiatiche, la prima seduta del 2017 è stata caratterizzata da prevedibili pochi volumi e da pochissimi spunti. Ne è conseguita una scarsa incisività delle novità, con il BTP che ha chiuso poco variato in area 1,81 punti percentuali, un livello attorno al quale ha gravitato per tutta la scorsa settimana, l’ultima del 2016. Anche il Bund risulta poco mosso a 0,19 per cento, con la conseguenza di fissare lo spread a quota 162 punti base.

Le Borse europee, dopo una settimana con variazioni di lieve entità (Eurostoxx +0,2%, Piazza Affari -0,6%), sono ripartite con un lieve calo dei futures per Dax e Cac. L’euro ha consolidato il recente rafforzamento attestandosi a 1,052 (era a 1,045 a inizio della scorsa settimana, avendo toccato nell’ultima seduta del 2016 anche 1,065). Anche il petrolio prosegue nel trend recente di apprezzamento, attestandosi a 53,7 (era a 53 una settimana fa) per quanto riguarda il WTI, e a 56,8 (da 55 il 23/12) per ciò che concerne il Brent.

Intuibilmente, la situazione intorno al petrolio non può che vivere una condizione di crescente attesa per il rispetto degli accordi intrapresi all’interno dell’OPEC e tra il cartello e i Paesi non OPEC. Ricordiamo infatti che con decorrenza lo scorso 1 gennaio sono entrati in vigore i nuovi livelli di produzione, finalizzati a garantire un nuovo equilibrio al mercato petrolifero internazionale. I punti interrogativi sulla possibilità che l’accordo possa realmente essere rispettato sono numerosi, e gli analisti non possono dunque che attendere i primi dati mensili per poterne sapere di più. Se l’intesa dovesse essere rispettata, significherebbe assistere con soddisfazione a un deficit di offerta già a metà anno.

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