Poche settimane al via della nuova Tltro
Mancano poche settimane al via della nuova asta Tltro, la nuova ondata di liquidità promessa (e mantenuta) dalla Banca Centrale Europea, che andrà a beneficiare le banche italiane per circa 75 miliardi di euro. Una ondata che si tradurrà in due aste: la prima avrà inizio il 18 settembre, la seconda a dicembre (in data ancora da stabilirsi), utili per poter attribuire cumulativamente circa 400 miliardi di euro agli istituti di credito che ne faranno esplicita richiesta.
Le condizioni sono di estremo favore, come d’altronde gli istituti di credito avevano già avuto modo di consolidare nelle precedenti edizioni delle iniezioni di liquidità: il tasso – fisso – sarà pari al tasso di rifinanziamento ufficiale, oltre a una maggiorazione di 10 punti base. Tradotto in termini pratici, e considerato che attualmente il tasso di rifinanziamento ufficiale è pari allo 0,15%, ne deriva che le banche potranno indebitarsi all’invidiabile tasso dello 0,25%.
Fin qui, l’aspetto più amministrativo e contabile della vicenda. Rimane tuttavia da comprendere in che modo le banche utilizzeranno effettivamente la nuova liquidità per supportare l’economia reale. Nelle intenzioni della Bce, infatti, l’iniezione di liquidità di settembre e di dicembre avrà come obiettivo quello di supportare gli impieghi non finanziari a famiglie e imprese. In altre parole ancora, le banche non potranno utilizzare i soldi ricevuti nelle aste Bce per investire in strumenti finanziari e titoli di Stato (come invece accaduto spesso e mal volentieri nelle precedenti edizioni), ma dovranno necessariamente utilizzare i fondi per erogare finanziamenti all’economia reale. Se le banche non agiranno in tal senso, entro settembre 2016 dovranno restituire i fondi alla Bce.
Ora, stando a quanto rivelato da una ricerca di Prometeia, pubblicata nel suo Atlante periodico, le due prossime aste della Bce di settembre e di dicembre andranno a beneficiare soprattutto le banche tedesche, che dovrebbero aggiudicarsi circa 95 miliardi di euro. Un pò di più di quanto ottenibile dalle banche francesi, mentre quelle italiane si dovranno accontentare di “soli” 75 miliardi di euro: esattamente a quanto ammontano i titoli di debito bancari che andranno a scadere quest’anno, che potranno così essere sostituiti agevolmente con l’indebitamento – ben più conveniente – nei confronti dell’istituto banchiere centrale.