Politica monetaria sull’euro, quanto sarà realmente efficace?
La politica monetaria sviluppata dalla BCE per risollevare le sorti dell’economia dell’eurozona, potrebbe avere effetti altamente aleatori. Cerchiamo quindi di capirne un po’ di più.
TLTRO
Attualmente è quasi impossibile valutare l’impatto potenziale delle TLTRO sul volume dei nuovi impieghi che verranno sviluppati dalle banche, e sul relativo costo del credito. Il principale ostacolo alla crescita dei prestiti non è infatti rappresentato dai vincoli dal lato offerta, o dalla disponibilità di fondi a basso costo per le banche (considerato anche il fatti che alla prima asta BCE gli istituti hanno partecipato per soli 82,6 miliardi di euro) quanto la carenza di domanda e il merito di credito delle imprese. È pertanto improbabile che le TLTRO possano incrementare significativamente il volume dei nuovi impieghi e i tassi attivi alla clientela.
QUANTITATIVE EASING
Seppur indirettamente, alla BCE e all’intera eurozona farebbe comodo un ulteriore deprezzamento dell’euro, che possa favorire un graduale recupero dell’export (previsto comunque solo da inizio 2015). Considerato ciò, e considerato che la domanda interna non dovrebbe franare ulteriormente, è improbabile che l’istituto monetario di Mario Draghi decida per lanciare un piano di quantitative easing, mantenendo comunque i tassi sui livelli attualmente almeno fino alla fine del 2016.
Anche in questo caso, non possiamo che sottolineare quanto sia vasto il margine di incertezza che circonda tali previsioni, accompagnato dalla già accennata ulteriore difficoltà nel valutare di valutare gli effetti delle misure TLTRO e degli acquisti di ABS sulla dinamica del credito e della domanda interna.
Quel che sembra essere parzialmente più certo è che se la crescita del PIL area euro dovesse risultare inferiore alle stime BCE di settembre (0,9% per il 2016 e 1,6% per il 2015) e le attese di inflazione dovessero ancora muoversi verso il basso, la BCE potrebbe estendere gli acquisti di ABS e arrivare ad includere i titoli governativi. È comunque una probabilità monetaria, sulla cui formazione torneremo, eventualmente, nel corso delle prossime settimane.
Complessivamente, pertanto, le previsioni nei confronti dell’euro sono ancora calanti, con conseguente apertura di ampi margini di deprezzamento verso dollaro.